Size-Inclusive e Plus-size. Sono ormai due termini popolari nel mondo della moda, però, ancora, non tutti conoscono la vera differenza.
A volte pare quasi che la moda abbia una sua lingua, tutta personale. Cosa sono gli abiti monocromatici, cosa è un outfit e perchè è diverso rispetto ad un look?
Spesso i termini, soprattutto in questo settore, vanno di pari passo con le tendenze, e devono essere chiariti, specie se si parla di offerta commerciale.

Negli ultimi anni, il mondo del fashion ha subito una profonda evoluzione nella creazione dell’abbigliamento adatto ad ogni tipo di corpo. Ma ancora il lavoro da fare è tanto.
Il termine Plus-size, fino a qualche tempo fa, rappresentava l’abbigliamento sopra la taglia 48 e, in alcuni casi, anche sopra la 46, che è la dimensione maggiore che molti brand continuano attualmente ad offrire. Questo termine, però, è stato in grado di far sentire quasi inadatte le persone che hanno necessità di acquistare questo tipo di misura, poichè non venivano più considerate al pari della normalità, ma extra.
Questo, poi, è diventato un fenomeno ancora accentuato nel momento in cui i negozi di abbigliamento che avevano questo tipo di offerta, hanno deciso di creare una sezione completamente separata nella boutique.
Di tutta risposta, allora, la bilancia ha iniziato a pendere verso l’utilizzo del termine size-inclusive, per riferirsi alle offerte di abbigliamento, rendendo il Plus-size, un modo di far identificare le persone, unendosi quasi in una comunità di body-positive.
In un mondo ideale, infatti, tutte le taglie dovrebbero essere disposte come un menu a tendina e non si dovrebbe selezionare un’altra voce per cercare le taglie maggiori della 46-48. Sarebbe un mondo molto, semplicemente, inclusivo.
Size-inclusive, la nuova era di un mondo fashion inclusivo

Forse, tra qualche anno, il settore sarà così evoluto da non necessitare più di termini come plus-size o size-inclusive per riferirsi all’abbigliamento, perchè tutti i marchi offriranno ogni taglia disponibile. Intanto, abbiamo fatto un po’ di chiarezza tra i due termini.
Immaginate una donna che ha voglia di spendere e non riesce a trovare un negozio di abbigliamento adatto. Si sentirà chiusa fuori, incapace di acquistare qualcosa in grado di farla sentire sexy, casual, sportiva o in qualunque modo essa voglia sentirsi.
Pensate che, al mondo, ci sono milioni di queste donne, con la stessa problematica. Parliamo di tutte le età.
Tante, troppe donne, ancora oggi non possono acquistare moda perchè non disponibile per i loro corpi. Per questo spesso ci si rivolge agli e-commerce rispetto alle case di alta moda, perchè sono più semplici da acquistare e l’esperienza diventa meno stressante.
I nuovi mercati
Questa fetta di consumatori è stata per molti decenni ignorata. Erano solo alcuni rivenditori specializzati ed i grandi magazzini ad offrire più etichette “inclusive”.
Il merchandising plus-size nei negozi veniva spesso relegato ad angoli bui o a collezioni speciali, inoltre, il marketing per l’abbigliamento plus-size, tendeva a suggerire che quegli acquirenti specifici volessero nascondere i loro corpi.
Nonostante le complessità, l’evidenza che la ricerca di inclusività non rappresenta una mera moda passeggera ha fatto muovere qualcosa.
Il dimensionamento inclusivo sta diventando davvero una necessità in tutti i tipi di prodotto. Le donne hanno bisogno di prodotti alla moda, indipendentemente dalle dimensioni. Questa forte esigenza non può essere più ignorata dai brand.
Verso un futuro diverso
Questi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo della moda sono il risultato della pressione economica e sociale. Infatti, il mercato plus-size è un segmento in rapida crescita nell’abbigliamento. I consumatori lamentano la mancanza di diversità nel settore della moda e pressano i marchi per servire una maggiore varietà di clienti. La moda è importante nell’auto-presentazione e nella comunicazione della propria identità agli altri. In passato, però, le donne plus-size, avevano un numero limitato di identità da poter mostrare.
La moda è un settore molto delicato, è un’industria dominata principalmente dagli uomini in termini di leadership, e questo si riflette nel fatto che le produzioni, negli anni, sono state dettate dagli uomini e seguono una sorta di ideale di donna ideale che non si rispecchia poi nella realtà.

Il body positive
Il body positive è guidato da celebrità ed influencer che fanno il tifo apertamente. Ormai, è diventato importante per le donne essere se stesse, qualunque sia la loro forma, dimensione o aspetto.
Tante sono le voci, anche dai potenti dei social media, che sostengono un’industria della moda più inclusiva, quindi significa che ci si sta iniziando a muovere davvero nella giusta direzione.
Nonostante questo, però, non tutti i designer sono ancora pronti e disposti ad aprire le loro collezioni al size-inclusive. I marchi di lusso sono sempre stati abbastanza riluttanti a produrre taglie più grandi, mantenendo una sorta di discriminazione delle dimensioni.
La moda di lusso si mantiene ancora come un’industria elitaria ed, oltre alla cultura, anche il costo rappresenta un motivo per cui molti brand non si sono ancora aperti a questa inclusività. Diventa costoso, infatti, creare modelli oltre le dimensioni del campione o adattare le caratteristiche dell’abbigliamento per adattarsi a figure più piene.
La speranza, in questo caso, sta nella tecnologia. Le evoluzioni in campo industriale permetteranno di mitigare questi costi in futuro?